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Mostra di Pittura “Limite Persistente” di Miguel Angel Giglio

12 Ott

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Il mondo di Miguel Angel Giglio è un mondo di piccoli oggetti. Meglio ancora, di residui di oggetti, che sono stati dimenticati, spiegazzati, logorati dalla vita. È un mondo di materia post-umana, che ha smarrito la propria identità e funzione.

Il compito che il pittore si è dato è quello di osservare, comprendere, compatire.

È un compito etico e taumaturgico.

Egli sente la fatica dell’esistere, la frustrazione della marginalità, e a questa materia sofferente dedica inesauribile attenzione e cura paziente: sguardo dopo sguardo, pennellata dopo pennellata, la mano, guidata dal senso dell’animo, tenacemente dà a questi brandelli – tessuti spiegazzati, fili, reti, vecchi chiodi – un corpo incorruttibile, i cui riflessi risplendono nel buio. Così dall’ombra della storia nasce la dignità.

Franco D’intino

Convegno: Paul Celan in Italia 2007/2014. Un percorso tra ricerca, arti e media.

25 Gen

Paul Celan (23 November 1920 – c. 20 April 1970) was a Romanian speaking german poet and translator. He was born as Paul Antschel into a Jewish family in the former Kingdom of Romania (now Ukraine), and changed his name to “Paul Celan” (where Celan in Romanian would be pronounced Chelàn, and was derived from Ancel, pronouncedAntshel),[1] becoming one of the major German-language poets of the post-World War II era.Celan_in _Italia_2007_2014

Buone Feste!!!

24 Dic

Tutto il meglio in questo 2014 che arriva, sono i auguri di Zibaldone di coseCartolina2013

Mostra collettiva di fine anno: IL PIACERE DEGLI OCCHI

10 Dic

Vi aspettiamo nel laboratorio “Zibaldone di cose” (www.zibaldone.eu) per l’inaugurazione della mostra di pittura e fotografia IL PIACERE DEGLI OCCHI con la quale concluderemo il 2013.

Parteciperanno tutti gli artisti che hanno esposto le loro opere nel corso dell’anno: Cristina Armeni, Elisabetta Pizzichetti, Teresa Mancini, Darragh Henegan, Francesca Caracciolo, Cinzia Beccaceci, Miguel Angel Giglio.

Venerdì 13 Dicembre dalle 18,30.

Nel corso della mostra vi offriremo il  solito aperitivo, e anche la possibilità di interagire con le opere, vincendo simpatici premi.

“Zibaldone di cose” è nel quartiere San Lorenzo, in Via dei Marsi 1-3, angolo con Via di Porta Labicana. di fronte alle mura.

A presto!

Miguel Angel Giglio Bravo

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Mostre di pittura di Cinzia Beccaceci: “Presenze”

21 Nov

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Con la personale Presenze, la pittrice torna in una rinnovellata forma che non esito a chiamare “maturo periodo chiaro”.

I dipinti si distinguono per una cura lenta e artigianale nella fattura del fondo luminoso e corposo che è luce e materia su cui poggiano delicate o stanno sospese in levitazione le figure, siano esse oggetti, come nella maggior parte dei casi, o evocazioni di umani.

Esiste pure una varietà di temi che non rinnegano mai la forte matrice comune, cioè la sorpresa ingenuità che osserva il mondo, sia quello vicino delle nature morte con gli oggetti comuni, che quello lontano dei temi storici o ecologici.

E’ così che nelle opere di Beccaceci prevale una magica quotidianità, dove la materia pittorica e la luce si fanno odor di pane fresco, dove i colori gioiosi fanno sentire la brezza che fa svolazzare i vestiti appesi ad un improbabile filo del bucato. In questi dipinti le porcellane della nonna hanno il valore delle cose di seconda mano, già usate da chi amiamo e le sedie colorate sono quelle lasciate in disordine dopo una rumorosa e affettuosa riunione di famiglia.

Quella che un tempo chiamai la poetica dell’abito appeso, si riconferma nel 2013 come la nostalgica forma dell’illustre assente; che siano sedie traballanti o pile di piatti in un disequilibrio lasciato dall’umano che era lì un momento prima, questi riportano l’attenzione sull’uomo la cui “presenza”, appunto, pesa proprio in quanto assente.

L’oggetto di uso quotidiano appare appena abbandonato o lasciato sul ripiano in una sospensione temporale che è tutta attesa del ritorno, tutta vuoto da riempire, tutta silenzio da colmare. Per questo nelle opere di Beccaceci non c’è bisogno di tridimensionalità pittorica, perché la terza dimensione è già negli occhi e nel pensiero di chi  guarda, già è tutto nel vissuto familiare che ora si va ad evocare.

La presenza dell’uomo che non c’è a maggior ragione pesa in opere come E’ finito l’ossigeno, dove l’agire umano non è più operoso fare quotidiano, ma danno permanente. La fabbrica è una sega dai denti aguzzi e fatali che taglia gli alberi dalla base e li capovolge in un’azione contro natura in cui gli alberi sono se stessi, ma anche la metafora delle vittime dei veleni delle industrie spietate che tutti conosciamo.

Da tempo l’artista mancava con una sua personale; la sua poetica è rimasta coerente negli anni e insiste, fortificata, nelle opere nuove.

E’ un miracolo che Cinzia Beccaceci sappia dipingere tutti questi temi con la stessa gentilezza appassionata.

Virginia Properzi

Mostra di pittura di Francesca Caracciolo “Il mare era un pessimo punto d’appoggio”

22 Ott

impermeabile rosso

Vi aspettiamo nel laboratorio “Zibaldone di cose” (www.zibaldone.eu) per l’inaugurazione della mostra di pittura “Il mare era un pessimo punto d’appoggiodell’artista Francesca Caracciolo questo Venerdì 25 Ottobre dalle 18,00.

 

“Zibaldone di cose” è nel quartiere San Lorenzo, in Via dei Marsi 1-3, angolo con Via di porta Labicana. di fronte alle mura.

 

Miguel Angel Giglio Bravo

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Francesca Caracciolo, napoletana classe ‘74, utilizza la pittura per visualizzare l’invisibile, per cristallizzare emozioni la cui sfuggevolezza rimane invischiata nel ductus del pennello come le sensazioni nei meandri della memoria. Il senso dell’evidenza iconografica non trova risposta nella mera figurazione, ma nell’evanescenza dei ricordi. Pur utilizzando la fotografia come mezzo attraverso il quale focalizzare l’immagine, il risultato finale non è di semplice naturalismo grazie al bilanciamento tra realtà oggettiva e visione personale.

 

Siluette dai contorni sfumati si rincorrono o si stagliano su scenari atemporali, sospesi,  in cui i dettagli spaziali perdono le coordinate a favore di un’atmosfera rarefatta, a tratti malinconica. Il transfer psicologico dell’artista nei confronti di un periodo di inconscia purezza quale l’infanzia sfocia nella scelta di soggetti come i bambini, dei quali rappresenta il piccolo mondo di scoperte quotidiane, di meravigliosa ingenuità e fiducia, di conoscenza del mondo e dell’altro attraverso il gioco,  nel vano tentativo di penetrare i segreti della impermanenza della vita.

 

Tecnicamente la corposità dell’olio, e la pensante tradizione del linguaggio pittorico in genere, non impediscono all’artista di cimentarsi in un “gioco” dinamico con l’opera che si riflette nell’ effetto materico, tattile, delle superfici in cui il graffio tradisce l’istinto, e la biografia si insinua nel soggetto.

 

La relazione tra realtà e illusione, tra visibile e invisibile, tra attrazione e repulsione dei dipinti di Francesca Caracciolo ci conduce nei meandri del dibattito sulla pittura. E’questo un medium olfattivo ed essenzialmente retinico (M.Duchamp) o piuttosto “cosa mentale” (Leonardo Da Vinci)?

 

Nel caso della giovane pittrice forse entrambe.

 

 

 

 

 

Adriana Rispoli

 

 

Mostra di pittura “Statisticamente improbabile” dell’artista Darragh Henegan

6 Apr

Nelle tele di DH non potremo cercare parole

a meno che parole non si considerino i silenzi e il sospetto

le risposte rubate all’inconscio

o il gesto nascosto che indica la via d’uscita – o di entrata – dal labirinto.

Né pretenderemo che accolgano cose o figure

se non percependone ad occhi bendati l’esistenza astratta e amniotica.

DH dipinge l’angolo in cui avevo dimenticato di frugare, la piega dell’abito in cui mai ci è venuto in mente di guardare, la pelle senza prospettiva, i profili lucidi di emozioni fredde, il respiro tiepido di piccole creature, i soffi d’aria che da spiragli sul vuoto, sul dentro, sul fuori, ci fanno voltare ammaliati…

 

Maurizio Costanza

Roma, marzo 2013CartolinaDH.indd

Mostra di pittura e fotografia “Percorsi”

21 Gen
Invito alla mostra delle artiste Cristina Armeni ed Elisabetta Pizzichetti

Invito alla mostra delle artiste Cristina Armeni ed Elisabetta Pizzichetti

Italo Calvino scriveva che “ memoria ed oblio sono due entità complementari”, e in effetti se guardiamo le opere scelte per questa mostra, viene da dire che ognuna fa appello alla memoria familiare  e  allo  stesso tempo “al pozzo di oblio “da cui  le immagini   emergono  come spogliate d’ogni  determinazione. Seppure  tra loro differenti, le storie di queste artiste si incrociano e si sovrappongono, indicando una moltitudine di mondi dove regna la passione conoscitiva per le cose e il gusto divagante per il tempo illimitato. La storia dell’arte è ricca di immagini fotografiche memorabili, ma quelle realizzate da Cristina Armeni confermano il fatto che la scelta di un particolare figurativo o di un taglio compositivo, oltre  a testimoniare caratteristiche fisiche o percettive,  possono dare il senso di una compiutezza di un vissuto, di accadimenti e di attese, fino a comprendere orizzonti infiniti. E così  per le composizioni di  Elisabetta Pizzichetti, la quale nel suo garbuglio di tecniche, dall’olio al collage, dal  sapone modellato all’oggetto ritrovato, suggerisce una visione del mondo come “sistema di sistemi “ inestricabile e vario. Tanto è controllata e animata l’opera della prima artista, concepita nel rispetto di un’ esigenza primaria, quella di disperdersi   nell’infinitamente vasto  della  realtà per poi ritornare ad un spazio mentale  razionale e   nella  vertigine travolgente del dettaglio, quanto invece, disordinata e misurata quella della seconda, la quale  sembra  aver scelto come punto di partenza  un enunciato mirato, forse un  sogno o un’ ossessione,  che  approda ad una figurazione oscillante tra l’inverosimile e l’antica mitografia.   Tutto questo per entrambe,  inseguendo un gioco che fa dell’esercizio della tecnica  un processo serrato e  conosciuto, dove ogni  segno  diventa specchio di un modo di essere e sentire.

Rosanna Ruscio

Mostra di pittura di Marina Puglisi 16 Novembre

12 Nov

La nuova mostra che stiamo per presentare è il lavoro della giovane artista Marina Puglisi. Marina ha già accumulato, nel suo ancor breve percorso di vita, un bagaglio di esperienze ricche e dense che, in una sorta di work in progress esistenziale, sta portando lentamente ad espressione grafica. I suoi quadri raccontano di colori primari, secondari o terziari: raggi di luce che sono attraversati, anzi quasi graffiati con violenza da linee che richiamano la misteriosa inafferrabilità di una presenza femminile. Questi quadri fatti di colori e segni ci richiamano alla filosofia orientale: il femminile è l’acqua che fluisce, l’oscurità che nasconde e rivela mille segreti e angoli bui, la luna che traccia percorsi occulti. Marina vuole mostrare l’inconfessabile che ossessivamente insegue.